Brindisi: l’art. 18 arriva davanti alla Consulta. Un passaggio storico per l’intera filiera della canapa

La filiera della canapa industriale segna un punto di svolta. Con una decisione definita “storica”, il GIP di Brindisi ha sospeso un procedimento penale e rimesso alla Corte costituzionale l’art. 18 del D.L. 48/2025 (convertito in L. 80/2025), cioè il cuore del cosiddetto “decreto sicurezza” che introduceva un divieto penale generalizzato sulle infiorescenze.
Una mossa senza precedenti, che conferma ciò che le associazioni di settore denunciano da anni: il divieto “in blocco” non è compatibile né con la Costituzione né con il diritto europeo.


Per approfondire il lavoro istituzionale svolto a tutela della filiera: https://www.canapasativaitalia.org (Canapa Sativa Italia – CSI)


Perché la decisione è così importante

Secondo l’ordinanza del GIP, l’art. 18 presenta tre profili di possibile incostituzionalità:

1. Vizio formale – Art. 77 Cost.

Il decreto-legge risulta privo dei requisiti di “necessità e urgenza” e contiene norme eterogenee non coerenti con la materia sicurezza. L’inserimento del divieto sulle infiorescenze appare giuridicamente forzato.

2. Vizio sostanziale – Principio di offensività (artt. 13, 25, 27 Cost.)

Punire in via presuntiva ogni condotta sulla canapa industriale — senza accertare l’effettiva presenza di un potenziale effetto drogante — viola il principio cardine del diritto penale: non può esserci reato senza offesa.
La stessa Cassazione (Sez. Unite 30475/2019; Massimario 33/2025) ha confermato che, ai parametri tecnici della L. 242/2016, la canapa industriale non ha effetti psicotropi rilevanti.

3. Contrasto con il diritto europeo – Art. 117 Cost.

La canapa industriale è una coltura agricola libera all’interno dell’Unione Europea. Bloccarne in modo totale la circolazione costituisce una restrizione che richiede basi scientifiche solide e proporzionalità.
Su questo stesso tema, anche il Consiglio di Stato ha già rimesso la questione alla Corte di Giustizia UE.

In sostanza, il giudice di Brindisi riconosce che la normativa italiana potrebbe non essere compatibile né con i principi costituzionali né con quelli europei.


Il ruolo dell’avv. Lorenzo Simonetti e del ricorrente: una battaglia di civiltà giuridica

Le associazioni firmatarie — tra cui Canapa Sativa Italia (CSI) — esprimono soddisfazione per il lavoro svolto dall’avv. Lorenzo Simonetti, che ha costruito un impianto difensivo rigoroso e metodico.
Fondamentale anche il coraggio del ricorrente, che ha scelto di portare la questione fino all’ultimo grado possibile, aprendo la strada a un vaglio costituzionale che potrebbe cambiare il futuro della filiera.


Prudenza su sequestri e confische: una richiesta sempre più fondata

Alla luce del doppio fronte di controllo — Consulta e Corte di Giustizia UE — le associazioni chiedono:

  • una moratoria operativa su sequestri, distruzioni e confische automatiche delle infiorescenze;
  • un tavolo tecnico interministeriale con filiera e comunità scientifica;
  • linee guida uniformi per forze dell’ordine e procure;
  • regole chiare, applicabili, trasparenti e coerenti con il diritto vigente.

La canapa industriale è una filiera agricola che genera lavoro, investimenti, innovazione e posti di lavoro. Non può essere ostacolata da norme confuse o da interpretazioni punitive non supportate da basi tecnico-scientifiche.


Una vittoria di metodo e di merito per la filiera italiana

Il messaggio che arriva da Brindisi è semplice:
o la canapa industriale è legale, o il divieto generalizzato è incostituzionale e contrario al diritto europeo.
Le associazioni lo affermano da anni. Oggi lo dicono i giudici.


L’appello ai soci: unire le forze ora è fondamentale

Il settore sta vivendo il momento più delicato dell’anno, proprio mentre si aprono le iscrizioni 2026 di CSI.
È il momento di compattarsi.

Si invitano tutti i soci a coinvolgere:

  • colleghi del settore,
  • fornitori,
  • clienti B2B,
  • partner commerciali.

Più siamo, più la filiera sarà forte ai tavoli istituzionali, nelle battaglie legali e nelle interlocuzioni con Ministeri, Consiglio di Stato e Corte UE.


Conclusione

La decisione del GIP di Brindisi rappresenta un punto di non ritorno.
È il segnale che il settore stava aspettando: tornare alla scienza, al diritto e ai principi costituzionali.

CSI – Canapa Sativa Italia, insieme alle altre associazioni della filiera, continuerà a portare avanti un lavoro serio, tecnico e istituzionale.
Regolare bene è sempre meglio che vietare male.

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